martedì, maggio 29, 2012

Mafia: riecco i “tifosi” di Matteo Messina Denaro

Pubblico di seguito un articolo di Rino Giacalone pubblicato oggi su Antimafiaduemila sulle scritte che inneggiano a Matteo Messina Denaro. Non è la prima volta che a Castelvetrano compaiono scritte che rivendicano la forza e l'influenza che il pericoloso latitante ha ancora nel suo paese. Proprio per questo dobbiamo segliere da che parte stare. Non restiamo in silenzio.

“Qualcuno si ostina a credere che Castelvetrano sia una città tranquilla, bella e libera, dove ormai quella cultura mafiosa sembra quasi del tutto scomparsa, dove esistono centri commerciali e imprenditori onesti, dove la lotta alla mafia deve essere demandata soltanto alle forze dell'ordine. Stamattina invece la Castelvetrano sonnolenta e salottiera si é svegliata con un "bisogno di aiuto". L'anno scorso qualcun'altro lo voleva sindaco di Castelvetrano e qualcun'altro diceva che la sua grande aspirazione prima di morire era quella di " conoscerlo ". Stamattina qualcuno oltre al bisogno d'aiuto vuole che Matteo Messina denaro gli "illumini" il suo cammino. E' il momento di riflettere e di schierarsi, é il momento della responsabilità, é il momento della coscienza collettiva per decidere da che parte stare...”
Il presidio di Libera di Castelvetrano torna con queste parole  a evidenziare l’allarme sociale che riguarda il paese del Belice, e “fotografando” (e non tanto per dire) con dati di fatto la situazione torna in buona sostanza a dirci che parlare di difesa della legalità senza molte specifiche produce non sempre gli effetti dovuti. Dire un “si” alla legalità senza accompagnarlo da un roboante “no” alla mafia, alle mafie, ai mafiosi ed ai complici dei boss, può fare accadere che qualche “disattento” speranzoso di risolvere qualche piccolo problemino usi un muro di Castelvetrano, come è successo, per mandare un messaggio di aiuto sociale a Matteo Messina Denaro il super latitante della mafia siciliana che è proprio di Castelvetrano. La foto è la prova di quello che è successo. Niente di nuovo e nulla di clamoroso verrebbe da dire, perché non è la prima volta che compaiono simili scritte. In periodo di campagna elettorale a Castelvetrano, molto di recente, è anche comparsa una foto del boss con scritta a margine eloquente, “tanto vinco io”. La cosa non è perciò nuova e se è clamorosa lo è perché chi ha scritto lo fatto cosciente del rischio di essere scoperto, il punto non è nascosto, ed è clamorosa pur sapendo che attorno a Matteo Messina Denaro ruota una certa sorta di perbenismo e di fiducia ingiustificate e violentemente eccessive, come violento è il destinatario di queste scritte. “Adorato” come nessuno mai, la “testa dell’acqua”, il “principio di ogni cosa”, e tante altre affermazioni di questo genere lo hanno nel tempo riguardato.
Magari per qualche segno e parola ci sarà necessità di decifrare meglio, “illumina il mio cammino” potrebbe essere la richiesta di mettere luce in qualche strada (in quella strada’?) o potrebbe anche significare altro…il “bisogno” accorciato con un “bis” fa venire in mente anche altro, ma non siamo noi gli specialisti nel decifrare le frasi. Complessivamente c’è un brutto segnale che stamattina ha scosso la Castelvetrano, e non solo, delle tante persone oneste, dei giovani coraggiosi, che ha scosso chi pochi giorni addietro ha chiamato due illustre persone, un magistrato, Andrea Tarondo, e un poliziotto, Giuseppe Linares, a dire ai giovani i pericoli delle mafie, vecchie e nuove, e della mafia di Matteo Messina Denaro che con le mani sporche di tanti morti ammazzati oggi tiene le fila di vere e proprie holding imprenditoriali e non solo in Sicilia, i “casalesi” lo hanno portato con loro in Emilia Romagna e in Lombardia. La risposta a queste sollecitazioni non si è fatta attendere viene da dire leggendo ciò che oggi è comparso su questo muro di Castelvetrano e d’altra parte Matteo Messina Denaro lo ha scritto nei pizzini in cui ha aizzato gli animi contro i “Torquemada” che gli danno la “caccia”, “sentirete parlare ancora di me”. Speriamo  che di lui si senta parlare presto nel senso che qualcuno riesca a catturarlo e quindi a dare la notizia che “i boss è stato preso”, è così che molti vogliono sentire parlare del capo mafia volgare assassino. Per arrivare al boss però è vero che debbano cadere ancora altre teste, i complici, quelli che si nascondono nell’area grigia, quell’area che si può colpire solo con la contestazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, quel reato che qualche insensato pensa di volere/dovere cancellare.
Rino Giacalone su Antimafiaduemila.com

giovedì, maggio 24, 2012

A vent'anni dalle stragi, noi non dimentichiamo!



Ieri nell’aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo, il premier Mario Monti in compagnia di alcuni ministri e del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, hanno ricordato le stragi del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Dopo l’arrivo delle navi della legalità partite da Civitavecchia, presso l’aula bunker, il messaggio del Presidente
Napolitano è stato trasmesso in diretta su Rai 1. Ecco il video:




Un messaggio forte, diretto, indiscutibile, fondamentale, commuovente. Successivamente sono partiti due cortei, da via D’Amelio e uno dal carcere Ucciardone, direzione Albero Falcone in via Notarbartolo. Grande commozione, grande partecipazione. Circa10 mila persone, quasi tutti giovani giunti da tutta Italia per rendere omaggio a Falcone e Borsellino. Pietro Grasso, procuratore Nazionale Antimafia apre con un piccolo discorso, urlando direttamente contro la mafia, colpendo i cuori dei tanti giovani commossi. Anche Claudio Baglioni e Antonello Venditti ricordano le stragi intonando “Strada facendo” proprio sotto l’Albero Falcone. Sul palco anche il magistrato Nino Di Matteo, Leonardo Guarnotta, Claudio Ranieri, Susanna Camuso, Maria Falcone e Pietro Grasso.
Alle17:58, la tromba scandisce il minuto di silenzio, la strage di Capaci. Infine l’inno di Mameli cantato ancora una volta da Venditti e Baglioni.



































Noi non dimentichiamo, le loro idee camminano sulle nostre gambe.
Emanuel Butticè

mercoledì, maggio 23, 2012

DIARIO DI UN'AVVENTURA MALGASCIA

PARTE QUINTA:


Continiuamo a raccontarvi l'esperienza di Luca in Madagascar, tra l'altro ci risulta che siete in tanti a seguire il suo racconto. 
Eccovi la quinta "pagina" del diario di Luca, che qui tira le somme alla fine del primo mese in Africa e ci racconta dei primi approcci con i bambini dell'orfanotrofio:

È passato un mese… Incredibile, mi sembra ieri che eravamo in giro per le vie di Parigi. Abbiamo fatto già un sacco di cose e il futuro è anch’esso pieno di esperienze, scoperte, conoscenze, sogni, speranze: in una parola “vita”.


E a proposito di “vita”… è curioso venire a conoscenza che questa parola in malgascio è sinonimo di “fine”, “vita” infatti significa “finito, fine” proprio il contrario del significato italiano; ma poi, se si considera il grande valore che la morte, la fine, riveste per i malgasci, allora probabilmente la si può considerare come un nuovo inizio e così il termine calza a pennello. 

Ogni giorno aggiunge qualcosa al precedente, pertanto quelle impressioni d’impatto, dalla forma ancora indefinita, assumono dei contorni più nitidi col passare del tempo. Abbiamo aperto il centro che, gradualmente, passo dopo passo, sta imboccando la giusta direzione, nonostante sia ancora in fase di rodaggio. I bambini fanno prevalentemente alfabetizzazione con due educatori malgasci, affiancati da un’insegnante (anche lei malgascia). Arrivano al mattino, gli facciamo fare colazione con pane e latte, poi fanno lezione, poi pranzo (che consiste in riso condito a piacere dalla madama, assunta proprio col compito di cucinare) e poi, dopo pranzo, si conclude con le nostre attività che possono essere o sport (come nel mio caso) o laboratorio d’arte, oppure si può optare per la visione di un cartone animato o qualche lezione di igiene o geografia sempre tramite videoproiettore. Tre volte alla settimana ci sono le docce per tutti loro. Come ho già detto si deve avviare il dormitorio; quando sarà il momento allora i bambini resteranno con noi tutto il giorno, ovviamente la loro giornata non sarà totalmente programmata: li lasceremo liberi nel pomeriggio e allo stesso modo noi avremo tempo per rifiatare. Il numero dei bambini è sceso con l’apertura del centro. È stata fatta una selezione e il gruppo si compone fino ad ora di quattordici ankizy. Eccoli in ordine alfabetico: Antonio, Bertho, Christophe, Doris, Francine, Lario (meglio Hilario), Mpampiuna (ma lei ancora non ho capito bene come si chiama), Niko, Nomena, Padada, Remy, Solofo, Tina, Vola. Sono loro i nostri bimbi sperduti. A loro si aggiunge Aina, che avrà circa 15 anni, anche lui vive per strada, si è guadagnato con merito il posto di aiuto-cuoco e altresì quello di fratello maggiore.


In questo primo mese l’equipe si è dotata addirittura di una mascotte, casualmente infatti dapprima si è aggiunto Ugo, un piccolo serpente, comprato al mercato alla modica cifra di 1 euro circa. Dopo aver constatato che era un tantino difficile trovargli da mangiare (si trattava in effetti di recuperare per lui un pulcino o un piccolo topo, vivi, ogni volta che costui avesse fame, in modo da farglieli stritolare e inghiottire), qualche giorno dopo lo abbiamo liberato nella foresta di Ranomafana. Ma è stato prontamente sostituito da Carota (il nome non gliel’ho messo io), un piccolo cagnolino nero di pochi mesi, al massimo due, che abbiamo trovato abbandonato a se stesso per strada. Ora credo si possa ritenere uno dei cani più fortunati di Fianar, visto che non gli manca né il cibo né l’affetto che a turno gli dimostriamo.

Luca Pennisi


Non vi può essere memoria senza impegno

In occasione della strage di Capaci L'associazione Castello Libero e il Presidio P. Mattarella dell'Associazione Libera, associazioni,nomi e numeri contro le mafie ricordano che ricordare è importante. L'impegno della lotta alla mafia deve necessariamente fondarsi sulla memoria storica, non vi può essere impegno senza memoria.

venerdì, maggio 18, 2012

Il parlamento vara la tassa sui cani e sui gatti

Carissimi amici, leggendo i quotidiani on line non ho potuto fare a meno di leggere un notizia che definirei quasi comica, si tratta di una proposta di legge, già in commissione Affari Sociali della Camera,che prevede che i Comuni possano istituire una tariffa per i proprietari di cani e gatti allo scopo di finanziare iniziative contro il randagismo. La mia prima reazione fu quella di guardare il mio cagnolino, una specie di yorkshire iperattivo, minacciandolo se fosse vera la notizia di abbandonarlo sotto la porta di qualche politico locale per poi chiamare la guardia di finanza denunciando l'evasione ma poi, intenerito dal suo sguardo decisi di reagire nel più pacato dei modi in cui è possibile fare nel momento in cui ti piomba una nuova tassa, e cioè pronunciai le seguenti parole: ....ma porc....putt..****@@@@@#######....grrrrr etc...... A parte gli scherzi, si può pensare al giorno di oggi di tassare ancora la gente sulla base di presupposti assurdi? e per esempio, vorrei chiedere quelle teste brillanti dei politici che ci rappresentano, io che ho anche un terranova pago di più rispetto a chi ha quei cani piccoli con la "funcia scacciata" oppure dato che lo yorkshire è piccolo i miei due cani li consideriamo come un unico cane? Spero che sia uno scherzo, ma in realtà sono certo che non lo è. Il problema del fisco è serio e vanno fatte proposte serie.

giovedì, maggio 17, 2012

Spiagge ripulite da cittadini in difficoltà economiche


Quest’anno l'amministrazione comunale ha deciso di dare un risvolto sociale alla pulizia delle spiagge cittadine, affidando il servizio a cittadini che hanno difficoltà economiche. Negli anni scorsi la pulizia delle spiagge è stato un grande problema, “risolto” più o meno bene, in ritardo e con mille imperfezioni, concedendo uno spettacolo indecente a tutti i turisti che ogni anno affollano le nostre bellissime spiagge. Per questo motivo, è stato pubblicato un bando di selezione che prevede precisi parametri per l’inserimento nella graduatoria, quali il reddito e la disoccupazione. I cittadini selezionati dovranno ripulire le spiagge quotidianamente, dal primo giugno al 20 settembre, con i mezzi messi a disposizione dal Comune.
Lo scopo del progetto è quello di fornire assistenza economica alle famiglie con difficoltà economiche.  Nello stesso tempo si garantisce  la pulizia di tutte le spiagge (spiaggia Plaja, Guidaloca e Mazzo Di Sciacca, Petrolo, Campana e Cala marina.) con interventi quotidiani sin dalle prima ore del mattino.
Il bando prevede una selezione di 42 cittadini che lavoreranno 4 ore al giorno per un totale di 160 ore lavorative per un importo totale di € 800,00. Il bando, che scade a fine settimana, è scaricabile dal sito del Comune (www.castellammaredelgolfo.org) nella sezione bandi e avvisi. La domanda di prestazione potrà anche essere ritirata direttamente all’Ufficio Servizi Sociali (Corso Bernardo Mattarella n.24), dove dovrà essere consegnata.
Emanuel Butticè

mercoledì, maggio 16, 2012

Giorgio Napolitano parteciperà ai funerali di Stato per Placido Rizzotto

Si terranno il 24 maggio a Corleone i funerali di Stato alla memoria del sindacalista della Cgil Placido Rizzotto, impegnato a favore del movimento contadino per l'occupazione delle terre, rapito e ucciso da Luciano Liggio che getto' il corpo nelle foibe di Rocca Busambra, nei pressi di Corleone. I resti furono ritrovati nel 2009 e lo scorso 9 marzo l'esame del DNA, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che si trattava dei resti del cadavere di Rizzotto. 
I funerali si terranno alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il Capo dello Stato, rispondendo a Susanna Camusso e al nipote Palcido Rizzotto, ha accolto il loro invito a partecipare alle esequie che saranno solenni, come deliberato dal consiglio dei ministri il 16 marzo scorso, inviando una lettera in cui indica di essere "lieto" di accogliere l'invito.
Emanuel Butticè

venerdì, maggio 11, 2012

Castellammare non dimentica Peppino Impastato


A fine serata anche l'incontro con Cisco e i MCR
Anche quest’anno a Cinisi si è tenuto il consueto “Forum sociale antimafia Peppino e Felicia Impastato.” Un programma molto ricco di contenuti che ha visto coinvolti diversi ospiti e moltissimi giovani giunti da tutte le parti d’Italia. Il 9 Maggio, giorno dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, si è svolto, come ogni anno, il corteo. Partito dalla sede di radio Aut a Terrasini ed arrivato all’ ex casa Badalamenti, rinominata casa 9 Maggio, a Cinisi. Il corteo ha sfilato per le strade della due cittadine, tra le porte chiuse degli abitanti e tra l’indifferenza dei passanti. In questa terra ancora regna l’omertà e l’ignoranza, l’indifferenza che ormai contraddistingue le nostre esistenze, in una terra che si sveglia molto, troppo, lentamente. Giovani e meno giovani, comunisti, democratici, No Tav, associazioni antimafia, liberi cittadini hanno scelto di seguire non un semplice corteo, ma una vera e propria marcia della memoria, un modo di ricordare Peppino e sua mamma Felicia, ma anche un modo per riunirsi tutti insieme per gridare ancora una volta che “la mafia è una montagna di merda”. “Peppino è vivo, e lotta insieme a noi”, l’eco di un’onda decisa a non fermarsi ha contraddistinto l’intera giornata.

Durante il corteo si è anche assistito al “blitz” di Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli, in piena campana elettorale, tra contestazioni e fischi, i due politici hanno sfilato fino a casa 9 Maggio. Hanno tentato di utilizzare il corteo per fare propaganda? Ai posteri l’ardua sentenza.


A Cinisi era presente anche una bella parte di Castellammare. L’associazione Castello Libero, il presidio di Libera “Piersanti Mattarella” di Castellammare non ha mancato l’appuntamento. Insieme a noi c’erano anche altri castellammaresi, spinti dall’affetto per Peppino. Castellammare non dimentica.

Dopo il discorso dall’ex casa Badalamenti, la serata si è conclusa con la consegna del premio “musica e cultura” ai Modena City Ramblers e a Cisco, e per concludere in  bellezza un piccolo acustico dei MCR con Cisco, di nuovo insieme per ricordare Peppino.

Emanuel Butticè

giovedì, maggio 10, 2012

L’alba del giorno dopo ad Alcamo


Il giorno dopo le elezioni amministrative ad Alcamo, ci rendiamo conto che il risultato era un po’ scontato. Da ormai molti anni, ad Alcamo governa il centro sinistra, e non a caso il candidato a ricevere più voti è stato Sebastiano Bonventre, del Pd. Ma la cosa che forse un po’ stupisce è il partito di Niclo Solina della lista civica Abc (Alcamo Bene Comune). Quest’ultimo sembra aver ricevuto ampi consenti soprattutto dai giovani. Come ogni campagna elettorale che si rispetti, anche questa di Alcamo è stata una “campagna al veleno”. Infatti non sono mancate le critiche, le accuse, e i vari tentativi di screditare l’altro candidato con ogni mezzo. Per quanto riguarda Sebastiano Bonventre, girava voce che fosse un massone e che fosse tesserato con il Pdl, da lui smentito ovviamente, giustificandosi all’ultima accusa dichiarando che era stato tesserato al Pdl a sua insaputa (è diventata una moda ormai in Italia), tesserato al partito soltanto per aver finanziato la campagna elettorale a un candidato che gli aveva chiesto un contributo (dice di essere contrario al finanziamento pubblico ai partiti). Sapete come funzionano queste cose: Dottore al Civico di Palermo, professore nella medesima Università, non gli costa nulla dare 50 euro ai candidati che gli chiedono un piccolo contributo. Ma tra i tanti veleni e le varie “leggende” da campagna elettorale, sicuramente il più discusso è il ruolo di Sebastiano Bonventre nel suo partito e nella politica alcamese. Infatti, voci di corridoio più che legende metropolitane, dicono che il passo indietro (o di lato) di Papania è soltanto un modo per nascondersi dietro le quinte, ed aprire il sipario quando lo ritiene più opportuno ed esibirsi indisturbato. Il suo gesto, lasciare la scena ad un volto nuovo, è stato visto come una strategia per non mettere la propria faccia, ma lasciare che sia un'altra a mostrarsi e poter partecipare alla politica alcamese nascosto nella penombra. Ma l’ombra di Papania non è la sola, molti sostengono che una seconda si nasconde proprio dietro la figura di Sebastiano Bonventre, il sindaco uscente Giacomo Scala. Sono solo voci di corridoio, voci da campagna elettorale? Vedremo cosa succederà dopo il ballottaggio, una cosa è certa, gli alcamesi dovranno scegliere con molta serenità, c’è in gioco il futuro della città.
Andando alla lista civica di Niclo Solina. Abc sembra essere la vera novità di questa campagna elettorale. Molti convinti che non sarebbe arrivato al ballottaggio, all’indomani dei risultati ufficiali, si sono ricreduti, con molto stupore. C’erano invece persone convinte che sarebbe salito subito o che avrebbe battuto gli altri raggiungendo il primo posto. Sicuramente il 17,38% dei voti ( 4400), come prima uscita e come prima vera novità politica, non mi sembra cosa da poco. Anche se Niclo Solina non è proprio un volto nuovo della politica, ma era già comparso molti anni prima, ma lasciamo stare.
Dall’altra parte c’è l’alleanza Pdl, Grande Sud e Cantiere Popolare con la De Luca, che sembra non essere riuscita ad imporsi. Francesca De Luca, era sicura di vincere, la sua candidatura era il classico “volto nuovo”, visto che non era mai scesa (o salita, non si capisce più come si deve dire) in politica. Lei per anni si era occupata di altra, infatti era dirigente dell'azienda Foreste Demaniali  (ed è stata anche indagata per truffa ai danni dell’UE anche se poi completamente scagionata). Anche il partito di Norino Fratello, Noi Sud (figura politica alcamese nota ormai da anni) con candidato Franco Orlando, non riuscendo ad imporsi,  fermandosi al 12,19%. Credo che sia il segno della sconfitta della vecchia politica. Gli alcamesi sono stanchi questa politica.
Ma a mio parere merita una particolare attenzione Girolamo Turano, attuale presidente della Provincia di Trapani. La candidatura di Turano alla poltrona di sindaco di Alcamo, è arrivata all’improvviso, sorprendendo tutti, e fin da subito discussa. Infatti c’è chi vedeva la sua candidatura soltanto come una strategia politica. Il nostro caro Presidente della Provincia, in scadenza di mandato, si è candidato perché “ama la sua città”. Su questo niente da dire, ma molti si chiedono, se ama davvero la sua città, perché non si è dimesso da Presidente della Provincia prima di candidarsi a sindaco? Risposta che non avremo mai. Infatti sarebbe stato un gesto doveroso e giusto, per avvalorare la sua tesi sull’amore verso la città. Ma così non è stato. Infatti la “sua” città non l’ha perdonato. Arrivando all’ultimo posto, ricevendo soltanto 2574 voti si è dimostrato un flop. L’alba del giorno dopo per Turano non sarà stata sicuramente delle migliori, anche se ha commentato così i risultati ottenuti: “Quello che potrebbe sembrare un esito poco brillante è, in realtà, un risultato da considerare positivo, che premia la scelta coraggiosa che ho fatto nel momento in cui ho deciso di candidarmi a sindaco della mia città, esponendomi in prima persona. Nonostante fossi consapevole del mutamento in atto – sottolinea– non mi sono tirato indietro ed ho deciso di affrontare questa sfida elettorale appoggiato soltanto dal mio partito, l’Udc. Una scelta coraggiosa, che è comunque stata premiata: il dato delle preferenze ottenute dall’Udc ad Alcamo, infatti, si conferma in netta controtendenza con la media siciliana e nazionale. Se consideriamo che Alcamo è da sempre una roccaforte di sinistra il mio è un risultato positivo, ottenuto in risposta ad una scelta coraggiosa che ho fatto”. Leggendo questo commento, la domanda sorge spontanea: Ma Turano, in quale paese vive? Preferisco lasciare la risposta a chi leggerà, e farsi la propria idea. Una cosa è certa, il ballottaggio deciderà il futuro di Alcamo. Il futuro è in mano agli alcamesi. Vedremo cosa succederà.
Emanuel Butticè

lunedì, maggio 07, 2012

Salviamo Telejato! Lettera a Corrado Passera

Pubblichiamo integralmente la lettera scritta dalla redazione di Telejato al Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera:

Tra pochi giorni, il 9 maggio, ricorrerà il trentaquattresimo anniversario dell’uccisione mafiosa del giornalista Peppino Impastato. L’Italia intera si appresta a commemorare il coraggio di un giovane che, insieme ai suoi compagni, dai microfoni di “Radio Aut” denunciava senza paura gli interessi mafiosi, a Cinisi e oltreoceano, del boss Badalamenti. Senza omissioni o connivenze, con la sola arma della libertà e dell’ironia. Pagando la sua dedizione e il suo coraggio, con la vita. Oggi, a trentaquattro anni da quel 9 maggio 1978, molti altri cronisti e operatori dell’informazione seguono il suo esempio rischiando ogni giorno per poter svolgere a testa alta e schiena dritta il lavoro di giornalisti. Tra questi: Giuseppe Maniaci e la sua redazione di Telejato, emittente televisiva con sede a Partinico. Ad oggi, Telejato rischia ogni giorno di essere spenta definitivamente dallo Stato. Sembra paradossale, ma una legge della Repubblica porterebbe a quello che l’organizzazione criminale Cosa Nostra non è riuscita a fare. Da anni, infatti, la “televisione più piccola del mondo” trasmette “il tg più lungo del mondo” in una zona ad alta densità mafiosa (Alcamo, Partinico, Castellammare del Golfo, San Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre) raggiungendo 22 comuni della Sicilia orientale, facendo informazione libera e denunciando il malaffare senza nascondersi. Proprio quest’attività sociale di denuncia è valsa al suo volto e alla redazione, svariate querele, intimidazioni (le ultime, pochi giorni fa), aggressioni e attentati. Telejato è una televisione locale comunitaria. In conformità con la Legge Mammì (n. 223 del 6 agosto 1990), quindi, ha uno statuto di Onlus e non quello di una Tv commerciale. Di qui, il limite agli spot pubblicitari: solo 3 minuti ogni ora di trasmissione. A mettere a rischio l’esistenza stessa di Telejato e l’incolumità dei suoi artefici, oltre alla mafia anche lo switch-off, il passaggio cioè dall’analogico al digitale nel mese di giugno in Sicilia. Il governo Monti, nelle scorse settimane, ha messo fine alla beffa del “beauty contest” stabilendo il ricorso ad un’asta. Telejato, così come le altre 200 televisioni comunitarie, però, proprio per il suo status di televisione comunitaria e di onlus è priva di un bilancio adeguato a partecipare all’asta, vedendo così inesorabilmente cancellata la sua possibilità di trasmissione. Noi ci chiediamo e Le chiediamo: il legislatore ha riflettuto sulle conseguenze dello spegnimento di Telejato? Telejato deve essere considerato un bene culturale, al pari di ogni altro monumento artistico italiano: se l’arte rinnova i popoli, anche la controinformazione di Telejato in Sicilia può farlo. L’informazione può aiutare giovani e meno giovani a prendere coscienza di quello che li circonda e a scegliere. La scelta contribuirà a migliorare una delle regioni d’Italia, da qui anche la nostra Repubblica lo sarà. Quello che in questa sede, come cittadini di uno Stato che dalla sua fondazione si ritiene uno stato democratico, vogliamo portare alla Sua attenzione è il grave danno che sarà apportato al sistema informativo e al diritto alla libera informazione dei cittadini. Provvedere alla tutela delle televisioni comunitarie e locali affinché possano continuare a trasmettere e conservare il loro ruolo di strumento informativo locale. Bisogna assolutamente evitare che cali il silenzio e l’indifferenza sull’informazione antimafia. Sarebbe un atto concreto importante delle istituzioni nella lotta alla criminalità e per la tutela della democrazia del nostro Paese. In ultimo, vogliamo porre alla Sua attenzione un aspetto umano drammatico, crudo, scevro da retorica: la mafia uccide. La mafia non dimentica. La mafia colpisce più facilmente quando cala il silenzio e l’opinione pubblica si distrae. L’informazione rappresenta il sistema immunitario dell’opinione pubblica: se calano le difese immunitarie è più attaccabile. Ad essere uccisi sarebbero molte coscienze, ma prima d’ogni altro lo Stato italiano deve avere a cuore le sorti dell’uomo e cittadino Pino Maniaci e dei suoi familiari.
Certi della Sua attenzione, rimaniamo in attesa di un Suo riscontro.

Associazione DIECI e VENTICINQUE e Associazione Rita Atria